mercoledì 1 ottobre 2014

Anche prendere un treno può essere un'avventura

Durante il nostro viaggio di nozze in Sri Lanka dovevamo fare un trasferimento in treno per raggiungere Kandy. Il treno avrebbe dovuto attraversare le piantagioni di tè e noi avremmo potuto goderci lo spettacolo dai comodi sedili dei vagoni.
O almeno il programma era quello.
Partiamo pieni di entusiasmo ed aspettativa. Siamo un po' stanchi e pregustiamo già l'esperienza - pare che si vedano paesaggi di notevole bellezza.



Arriviamo in stazione con una breve passeggiata e ci guardiamo intorno incuriositi. La stazione è semplice e modesta, e c'è un sacco di gente in giro sui binari, quasi come se fossero in strada.
 
Arriva il nostro treno, saliamo, ci accomodiamo. Scopriamo ben presto che i sedili sono fatti per  essere girati verso i finestrini, in modo da diventare comode poltroncine per guardare fuori: è un po' come essere al cinema. Ci sistemiamo e aspettiamo.
Aspettiamo.
Aspettiamo. 
Ogni tanto torniamo in stazione a dare un'occhiata, qualcuno acquista focaccine o frutta secca per il viaggio.

Con un bel po' di ritardo rispetto alla tabella di marcia il treno sia avvia lentamente, e noi guardiamo scorrere villaggi e giungla, là fuori. A volte incrociamo un altro treno locale carico di gente  fin fuori dalle carrozze.
Ad un certo punto sentiamo un forte rumore metallico e il treno si ferma. Siamo nel bel mezzo di una foresta. Aspettiamo disciplinati di saper qualcosa, ma il tempo passa e non succede niente. La nostra guida va ad informarsi e torna con notizie sconfortanti: a quanto pare si sono rotti i freni, non si sa come fare.
Come sarebbe a dire? Un ragazzo del nostro gruppo - un meccanico - si offre di andare a vedere di che si tratta e parte accompagnato dal capotreno. Torna dopo pochi minuti coperto di grasso e dice che sono proprio andati, non è il caso di proseguire.
Ok, che si fa? Sta scendendo la sera e siamo fermi in mezzo al nulla.
Decidono di tornare cautamente indietro fino alla prima stazione e poi andremo a Kandy con un treno locale,  questione di adattarsi un po'.

Ormai è notte quando ci fermiamo a questa stazioncina, fa quasi freddo e ci pentiamo di non aver pensato a portare una felpa, ma è tardi, i nostri bagagli viaggiano con l'autobus, saranno già a destinazione.

Arriva il nostro treno, carico di gente, sembra uno scherzo. In pratica hanno liberato un vagone - non si sa come - e l'hanno destinato a noi. Gli altri viaggiatori sono pigiati nei vagoni successivi. Entriamo e ci sistemiamo come possibile, anche noi siamo ammucchiati, ma almeno non dobbiamo star fuori sui predellini.

Il treno si avvia con un gran rumore di ferraglia, è lentissimo, si ferma ad ogni stazione. La notte ormai è scesa e siamo circondati dal buio, ci sono davvero poche luci qui. A ogni stazione i venditori di cibo si affollano al treno e vendono le loro merci attraverso i finestrini, se fossi stata appena un pochino più "esperta" avrei senz'altro approfittato dell'occasione per cenare: le focaccine avevano un aspetto molto invitante!

Facce stanche - Sri Lanka 2000
Il nostro viaggio di nozze è stato anche il nostro primo viaggio fuori dall'Europa ed eravamo un po' disorientati da tutto quello che stavamo vedendo e vivendo. Adesso abbiamo imparato ad adattarci molto meglio alle diverse situazioni, ogni viaggio è stato una scuola!

Finalmente dopo un tragitto che ci è sembrato interminabile arriviamo a destinazione. A Kandy fa decisamente freddo e mentre l'autobus ci porta all'albergo vediamo brillare le luci della città sul grande lago.

L'albergo è una vera sopresa, un angolino di vecchia Inghilterra, tanto fuori posto da sconfinare nel kitch. Comunque, kitch o no il finto camino elettrico scalda davvero, e la nostra stanza è calda e accogliente. Facciamo una bella doccia, ci infiliamo sotto la trapunta e piombiamo nel sonno. Kandy ci accoglierà la mattina dopo con tutto il suo splendore.