lunedì 10 novembre 2014

Il parco di Pinocchio.

La nostra infanzia è stata caratterizzata da una storia fantastica creata nel 1881 dal signor Carlo Lorenzini, conosciuto in tutto il mondo con il nome di Collodi.
Questa splendida favola ha un inizio veramente unico:
— C’era una volta...
— Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori.
— No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un
pezzo di legno.
(tratto da Pinocchio: storia di un burattino)

Ricordo perfettamente la prima volta che sono stato al parco di Pinocchio, in gita alle elementari. Partenza dalla scuola con il pullman con meta il paesino di Collodi. Mi sembrava di fare un viaggio enorme: cavolo, andavamo fuori provincia! Ne rimasi affascinato.


Ci eravamo tornati io e Franca prima che di avere i bimbi e restammo abbastanza delusi (il principio fondamentale del viaggiatore è sempre stato per noi: evita di tornare in posti già visti per non guastarne il ricordo).
Ci svegliamo una domenica mattina e decidiamo di partire in esplorazione vicino a casa (con gli anni le distanze si sono veramente accorciate).
Dopo aver visitato Il Quercione a Montecarlo, decidiamo di portare Alessandro e Valentina a visitare il Parco di Pinocchio. Erano anni che ne parlavamo e finalmente ci siamo decisi.
Anche se febbraio non è il momento migliore per il freddo pungente che abbiamo trovato.
Ci rechiamo alla biglietteria e scopriamo, con un certo stupore, che il prezzo del biglietto non è proprio economico, considerando il tipo di struttura ed il fatto che eravamo in bassa stagione.
Dopo una prima titubanza ci siamo detti: ormai ci siamo (un classico). Magari sono state fatte delle migliorie per farlo somigliare ad un parco giochi.
Entriamo e troviamo una enorme scacchiera dove Alessandro e Valentina si sfidano a colpi di pedoni ed alfieri. Ci tratteniamo quanto vogliamo visto che siamo praticamente gli unici visitatori del Parco.


Riusciamo ad iniziare il giro del parco e ci troviamo nella grande Piazzetta dei Mosaici.



Proseguiamo lungo il percorso e la via ci viene sbarrata dallo stesso Carabiniere dei miei ricordi di bambino. 
A questo punto ci rendiamo conto che negli ultimi 30/35 anni il Parco non ha avuto né modifiche né miglioramenti. E' vero che la storia è quella e non si può ne si deve cambiare, ma almeno far vedere che non si tratta della stessa struttura vecchia.


Continuiamo il percorso obbligato ed incontriamo il Grillo Parlante e Il Gatto e la Volpe.

Alessandro e Valentina sembrano divertirsi ugualmente, mentre noi ci aspettavamo qualcosa di più.
Arriviamo al "pezzo forte": Il Pesce-cane, che in alcune versioni della storia diventa balena.


Con un po' di amarezza completiamo il percorso e nell'uscire scopriamo che qualcosa di nuovo è stato fatto. E' stata realizzata una sezione a museo dove sono stati realizzati dei laboratori per bambini.

Anche qui siamo soli e possiamo fare praticamente quello che ci pare. 
Mentre scrivo questo post ho cercato altre recensioni sul Parco di Pinocchio, per cercare di capire se questa delusione l'abbiamo provata solo noi o se è stata una esperienza condivisa da altri. Purtroppo ho dovuto constatare un malcontento generale (vedi recensioni sul Parco di Pinocchio da Tripadvisor).
Posso solamente sperare che la Fondazione Nazionale Carlo Collodi, che da quello che ho capito ha la gestione del Parco, vedendo un certo disappunto da parte di diverse persone, prenda provvedimenti per migliorare la ricettività di un Parco che dovrebbe esaltare le avventure e disavventure di un piccolo burattino di legno di nome Pinocchio.   

Il Parco di Pinocchio su Wikipedia