Durante il nostro viaggio di nozze in Sri Lanka dovevamo fare un trasferimento in treno per raggiungere Kandy. Il treno avrebbe dovuto attraversare le piantagioni di tè e noi avremmo potuto goderci lo spettacolo dai comodi sedili dei vagoni.
O almeno il programma era quello.
Partiamo pieni di entusiasmo ed aspettativa. Siamo un po' stanchi e pregustiamo già l'esperienza - pare che si vedano paesaggi di notevole bellezza.
Arriviamo in stazione con una breve passeggiata e ci guardiamo intorno incuriositi. La stazione è semplice e modesta, e c'è un sacco di gente in giro sui binari, quasi come se fossero in strada.
Arriva il nostro treno, saliamo, ci accomodiamo. Scopriamo ben presto che i sedili sono fatti per essere girati verso i finestrini, in modo da diventare comode poltroncine per guardare fuori: è un po' come essere al cinema. Ci sistemiamo e aspettiamo.
Aspettiamo.
Aspettiamo.
Ogni tanto torniamo in stazione a dare un'occhiata, qualcuno acquista focaccine o frutta secca per il viaggio.
Con un bel po' di ritardo rispetto alla tabella di marcia il treno sia avvia lentamente, e noi guardiamo scorrere villaggi e giungla, là fuori. A volte incrociamo un altro treno locale carico di gente fin fuori dalle carrozze.
Ad un certo punto sentiamo un forte rumore metallico e il treno si ferma. Siamo nel bel mezzo di una foresta. Aspettiamo disciplinati di saper qualcosa, ma il tempo passa e non succede niente. La nostra guida va ad informarsi e torna con notizie sconfortanti: a quanto pare si sono rotti i freni, non si sa come fare.
Come sarebbe a dire? Un ragazzo del nostro gruppo - un meccanico - si offre di andare a vedere di che si tratta e parte accompagnato dal capotreno. Torna dopo pochi minuti coperto di grasso e dice che sono proprio andati, non è il caso di proseguire.
Ok, che si fa? Sta scendendo la sera e siamo fermi in mezzo al nulla.
Decidono di tornare cautamente indietro fino alla prima stazione e poi andremo a Kandy con un treno locale, questione di adattarsi un po'.
Ormai è notte quando ci fermiamo a questa stazioncina, fa quasi freddo e ci pentiamo di non aver pensato a portare una felpa, ma è tardi, i nostri bagagli viaggiano con l'autobus, saranno già a destinazione.
Arriva il nostro treno, carico di gente, sembra uno scherzo. In pratica hanno liberato un vagone - non si sa come - e l'hanno destinato a noi. Gli altri viaggiatori sono pigiati nei vagoni successivi. Entriamo e ci sistemiamo come possibile, anche noi siamo ammucchiati, ma almeno non dobbiamo star fuori sui predellini.
Il treno si avvia con un gran rumore di ferraglia, è lentissimo, si ferma ad ogni stazione. La notte ormai è scesa e siamo circondati dal buio, ci sono davvero poche luci qui. A ogni stazione i venditori di cibo si affollano al treno e vendono le loro merci attraverso i finestrini, se fossi stata appena un pochino più "esperta" avrei senz'altro approfittato dell'occasione per cenare: le focaccine avevano un aspetto molto invitante!
Facce stanche - Sri Lanka 2000 |
Il nostro viaggio di nozze è stato anche il nostro primo viaggio fuori dall'Europa ed eravamo un po' disorientati da tutto quello che stavamo vedendo e vivendo. Adesso abbiamo imparato ad adattarci molto meglio alle diverse situazioni, ogni viaggio è stato una scuola!
Finalmente dopo un tragitto che ci è sembrato interminabile arriviamo a destinazione. A Kandy fa decisamente freddo e mentre l'autobus ci porta all'albergo vediamo brillare le luci della città sul grande lago.
L'albergo è una vera sopresa, un angolino di vecchia Inghilterra, tanto fuori posto da sconfinare nel kitch. Comunque, kitch o no il finto camino elettrico scalda davvero, e la nostra stanza è calda e accogliente. Facciamo una bella doccia, ci infiliamo sotto la trapunta e piombiamo nel sonno. Kandy ci accoglierà la mattina dopo con tutto il suo splendore.