Proseguendo per alcune centinaia di metri da Borgo a Mozzano in direzione Abetone, troviamo una spettacolare opera di ingegneria che risale al XIV secolo: il leggendario Ponte della Maddalena detto "del Diavolo".
Il ponte deve il nome ad una edicola, che custodiva al suo interno la figura della Maddalena.
Fin dall'epoca dalla costruzione i lucchesi capirono l'importanza di preservare il Ponte e dal 1670 il Consiglio Generale della Repubblica di Lucca proibì con un decreto di passarvi sopra con "ceppi e macine di mulino".
Alessandro ha quasi due anni ed affronta la salita con determinazione, senza farsi scoraggiare dal pavimento sconnesso delle pietre originarie.
Arrivare sulla sommità del Ponte è stata un'impresa epica per lui.La leggenda.
Come molte altre grandi imprese ritenute impossibili da realizzare, la leggenda attribuisce la costruzione del Ponte al Diavolo in persona.
Si dice che il capomastro incaricato della costruzione del Ponte avesse preso impegno troppo grosso per le sue possibilità ritenendo di poter ultimare l'opera in poco tempo. Preoccupato però per il forte ritardo accumulato e del disonore che ciò avrebbe comportato, una sera scese a patti con il Diavolo il quale gli propose un accordo: la prima anima che avesse attraversato il Ponte in cambio della realizzazione del ponte in una notte da parte del maligno.
Siglato l'accordo il Diavolo si mise all'opera sollevando la campata con il suo enorme forcone e completando la costruzione in una sola notte.
L'indomani il capomastro si rese conto che avrebbe dovuto mantenere la promessa fatta e, spaventato per il grosso dazio da pagare, chiese consiglio al Parroco del Paese il quale pensò di "gabbare" il Diavolo facendo attraversare il Ponte ad un cane (alcune versioni parlano di un maiale).
La leggenda vuole che il maligno, resosi conto di essere stato beffato, si sia gettato giù dal Ponte nelle acque del Serchio e che non ebbe più il coraggio di farsi vedere da quelle parti.